Introduzione

Anche se la crisi da COVID-19 è stata ed è, in primo luogo, una crisi di salute fisica, essa contiene anche i prodromi di una grave crisi di salute mentale (Documento delle Nazione Unite su “COVID-19 and the Need for Action on Mental Health” del 13 maggio 2020). Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), sono 84 milioni i cittadini europei che soffrono di disturbi psichici, come ansia, disturbi depressivi e bipolari, o sono dipendenti dall’uso di alcool o droghe. La percentuale è più che raddoppiata dal 2018 al 2020 (dal 6 al 13%). 

Oltre il 40% degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown nazionale dello scorso anno, con una riduzione della qualità di vita in più del 60% dei soggetti e ripercussioni sul ritmo sonno-veglia in più del 30% (Journal of Affective Disorders, Settembre 2021).

Fondazione Soleterre attraverso il proprio Osservatorio per il Benessere Mentale Covid-19 ha raccolto e analizzato dati provenienti da un campione opportunistico di 433 soggetti che si sono rivolti, tra giugno 2020 e giugno 2021, al Fondo Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19, che offre sostegno psicologico gratuito alle persone in condizioni di dolore psichico, difficoltà sociale ed economica a causa dell’emergenza Covid-19. 

Ad oggi hanno usufruito del servizio della Rete Nazionale di Supporto Psicologico Covid-19 creata da Fondazione Soleterre, 2.506 persone – di cui 1.451 minori nelle scuole, 168 genitori, 288 insegnanti, 32 membri del personale sanitario, 93 pazienti Covid-19, 83 loro familiari e 391 persone che non hanno contratto il virus o lavorato in reparti Covid-19 ma che hanno subìto le conseguenze psicologiche della pandemia – per un totale di 4.399 colloqui effettuati in 12 mesi da Giugno 2020 a Giugno 2021 – di cui 2.278 svolti da remoto, 1.800 in presenza su tutto il territorio nazionale e 321 interventi nelle scuole. 

I risultati mostrano che la pandemia, oltre a essere un fenomeno impattante a livello medico, ha molteplici ripercussioni a livello economico, sociale e psicologico. In particolar modo i dati mostrano come le dimensioni globali della pandemia SARS-Covid 19 agiscano innescando un clima generalizzato di panico, ansia e paura con conseguenze psicologiche a livello individuale e di massa. La pandemia, per la popolazione italiana che ha chiesto aiuto a Fondazione Soleterre, sarà ricordata come un evento che ha creato e creerà significative conseguenze psico-sociali (Burioni, 2020; Gritti, 2020; Gritti et al., 2020) con effetti a breve e lungo termine sulla loro salute mentale, in linea con i dati in letteratura sulla popolazione globale. Alcune ricerche condotte in Cina (Yao, Chen & Xu 2020; Li e coll., 2020; Codagnone & Gomez, 2020) hanno mostrano che gli stati di ansia generalizzati, gli attacchi di panico, le difficoltà del sonno e la slatentizzazione di problematiche pregresse sono le dinamiche psicopatologiche consequenziali all’emergenza e sono in linea con quanto presente anche nella letteratura sull’intervento psicologico nelle maxi-emergenze.

Indagine su un campione opportunistico di 433 individui. 

Che impatto ha avuto la pandemia Covid-19 sulla salute mentale della popolazione che ha chiesto aiuto a uno psicologo? Quali sintomi o nuove forme di disagio sono nate o si sono acutizzate a causa dell’evento pandemico? Ci siamo posti queste domande di ricerca e analizzato i dati emersi da un campione opportunistico di 433 pazienti presi in carico da Fondazione Soleterre.

All’interno del percorso di supporto psicologico condotto dagli psicologi di Fondazione Soleterre sono stati somministrati alcuni test nella fase di triage, utilizzando il Therapeutic Model for COVID-19 MENTAL SYNTOMS ideato proprio da Fondazione Soleterre e Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. Tra i test sono state somministrate scale per la valutazione dei sintomi da disturbo post traumatico da stress e una scala di valutazione dei sintomi trasversali di livello 1, per indagare la presenza di sintomi clinici nella persona. La scala indaga 13 domini psichiatrici, che includono depressione, rabbia, mania, ansia, sintomi somatici, ideazione suicidaria, psicosi, alterazioni del sonno, memoria, pensieri e comportamenti ripetitivi, dissociazione, funzionamento della personalità e uso di sostanze. Ogni item rileva quanto (o quanto spesso) un individuo ha sofferto di specifici sintomi nelle ultime due settimane.

I risultati evidenziano che durante il lockdown e il periodo della pandemia si è verificato un aumento dei livelli di ansia, depressione e sintomi legati allo stato ansioso.

Dai questionari emergono i seguenti dati sullo stato di salute psicologico dei partecipanti: 

  • Rispetto al disturbo post traumatico da stress il 39,7% dei partecipanti ha riportato punteggi moderati, il 31,4% punteggi di grave disturbo e il 3% molto grave.
  • Rispetto alla depressione il 33,3% ha espresso sintomi di livello grave e il 31,6% una presenza in forma moderata.
  • Rispetto all’ansia il 43,4% ha riportato sintomi in forma grave e il 28,4% in forma moderata.
  • Rispetto alla rabbia il 21,7% ha riportato punteggi in forma grave, il 27% in forma moderata.

La sintomatologia ansiosa

Nello specifico il dato riguardante la sintomatologia ansiosa risulta particolarmente significativo in quanto legato ai molteplici aspetti della pandemia. Come evidenziato nella letteratura le principali paure alla base dell’ansia sono state la durata prolungata della quarantena, il timore del contagio, l’assistenza e le informazioni inadeguate, lo stigma sociale, lo stress finanziario, la disoccupazione, la perdita del lavoro, i diversi episodi di lutto, la percezione di un “carico eccessivo” da dover sopportare e la “perdita del ruolo” che si aveva prima della pandemia con la conseguente rottura o seria compromissione delle relazioni significative (Rapporto ISS COVID-19). Gli studi di revisione hanno riscontrato l’impatto negativo costante di COVID-19 sulla salute mentale, con il 16-18% dei partecipanti (non pazienti ma popolazione generale) che mostrano sintomi di ansia e depressione. In uno studio condotto su 2400 individui condotto dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University, il 21% ha riportato sintomi ansiosi clinicamente significativi e interferenti sulle proprie attività quotidiane, mentre il 10% ha avuto almeno un attacco di panico nel mese precedente la compilazione, senza mai averlo avuto prima nella vita. Il 20% ha riportato sintomi clinicamente significativi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) in relazione a esperienze legate alla pandemia, mentre il 28% ha lamentato sintomi ossessivo-compulsivi disturbanti e interferenti con il proprio funzionamento quotidiano. 

Tutti fattori di rischio che hanno avuto rilevanza non solo a livello psicologico ma anche un risvolto socioeconomico di ampia portata. 

Data l’entità e la velocità di evoluzione della pandemia internazionale SARS-CoV-2 è ragionevole pensare che molte persone abbiano sentito la necessità di chiedere aiuto rivolgendosi ad un professionista; l’aumento della sofferenza e l’acutizzarsi di alcune patologie durante i mesi di pandemia ha reso necessaria l’azione di prevenzione e di cura del benessere psicologico degli individui. Come sottolineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la prevenzione e la promozione della salute mentale sono basate sulla consapevolezza e sulla comprensione dei segni premonitori e dei sintomi del disturbo mentale.

I dati raccolti ci hanno permesso di analizzare come gli stili di vita e la salute mentale degli italiani si siano modificati e siano ancora in corso di trasformazione.

Nota metodologica

I questionari sono stati somministrati da giugno 2020 a giugno 2021 a un campione opportunistico di 433 pazienti composti per il 71% da persone di sesso femminile e per il 29% di sesso maschile. L’età media è di 38 anni. L’84% dei partecipanti ha dichiarato di non avere contratto la malattia Covid-19. Ai pazienti sono stati somministrati i test Severity of Posttraumatic Stress Symptoms – Adult, National Stressful Events Survey PTSD Short Scale [NSESSS] e il DSM-5 Self-Rated Level 1 Cross-Cutting Symptom Measure – Adult. I test sono stati somministrati ai pazienti nell’arco di tre colloqui iniziali con uno psicoterapeuta. I questionari sono stati trasferiti online su una piattaforma creata appositamente a questo scopo, con un alto livello di protezione dei dati personali, raccolti in forma anonima. Le informazioni raccolte e analizzate sono state trattate in forma aggregata.

La nostra rete